Un’arancia pudica, se la spogli piange

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Foto delle arance e dei piatti di Maria Cristina Beretta

… ma poi ti dona un succo copioso, buonissimo e che ci protegge. Il 2 giugno – Festa del Biondo a Trebisacce – è un’occasione per conoscerla meglio.

È un’arancia dai gusti strani, non ama il fresco dell’inverno ma preferisce il caldo dell’estate. La chiamano con un nome da maschio, Biondo di Trebisacce, quello dell’albero da cui nasce, ma è femmina, una femmina all’antica, che non vuole essere sbucciata, così si ribella e il suo succo esce come lacrime copiose… Ma dentro di sé è ben altro, un’esplosione di sensazioni, la dolcezza si scontra con l’asprezza di un umore che non finisce mai.

Già, all’apparenza l’arancia della varietà Biondo di Trebisacce ha un mucchio di difetti: si fatica a sbucciarla senza rompere la polpa, ha grossi semi abbondanti e cresce quando le altre arance italiane non ci sono più e il mercato, invece di venire su questa costa ionica, attraversa l’Oceano.

Ma cosa conta in un’arancia? Il suo succo, e quello di questa varietà è davvero abbondante e con un equilibrio di sapori perfetto, ideale da bere ma pure per straordinarie idee di cucina e pasticceria.

Poi conta il suo valore nutraceutico, la ricchezza di vitamina C e non solo: se si sbuccia male e ha semi corposi è perché è una varietà arcaica, meno trasformata dall’uomo nel corso dei secoli. E per questo è anche più ricca di antiossidanti, la difendono dal caldo estivo e sono utilissimi anche a chi la mangia.

È vero che in estate c’è tanta altra frutta a donarci vitamine, ma quando è più gradevole una spremuta dissetante, magari con qualche cubetto di ghiaccio, se non sotto il solleone sul mare o dopo una faticosa scarpinata in montagna tra i boschi? A Trebisacce ci sono entrambi, il mare e il verdissimo Pollino.

Ed è vero pure che quelle arance che hanno attraversato l’Oceano e imperversano nei cocktail in tutta Italia con tanto di buccia sono un veleno per i pericolosissimi veleni fungicidi che rivestono queste bucce. E le utilizzano anche se è scritto ben chiaro sulle confezioni “buccia non edibile”, tanto nessuno controlla queste cose perché per le ASL (quasi sempre e dappertutto) conta la sicurezza del giorno dopo, conta che il consumatore non abbia mal di pancia, chissenefrega se dopo qualche anno si becca un cancro.

Da questa costa ionica il mercato potrebbe attingere anche ad arance non trattate dopo la raccolta persino in estate, quindi, per la salute di tutti, ma soprattutto dei giovani, le arance Biondo di Trebisacce meriterebbero di essere più conosciute e diffuse.

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