Molti giovani stanno comprendendo che l’agricoltura è uno sbocco lavorativo che può dare soddisfazioni sia dal punto di vista della crescita personale sia da quello economico. Oggi, infatti, il lavoro del contadino (vedi sotto uno dei post che abbiamo pubblicato sull’argomento su facebook) è ancora legato alla terra e ai ritmi della natura ma pretende anche maggiori conoscenze culturali (non solo colturali) e tecnologiche nonché, soprattutto in Italia, capacità relazionali. Insomma, non è mai in contraddizione con un eventuale percorso formativo neppure se umanistico. Fiduciosa nel nuovo entusiamo per l’agricoltura di molti giovani, l’Accademia delle 5T bandisce un premio per i nuovi accessi al mondo agricolo e dell’artigianato alimentare direttamente collegato.
LA TOP TEN DELLA GIOVANE AGRICOLTURA
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Post pubblicato sulla pagina facebook dell’Accademia delle 5T nel marzo 2016
Sono in Sicilia, in una stupenda azienda agricola tra i monti: fanno ottimo vino ma hanno lasciato in gran parte perdere i loro bellissimi uliveti e non raccolgono le arance. Perché? Non trovano personale capace. Eppure far olio e curare aranceti è un mestiere che i siciliani – ci sembra – sanno fare. E i supermercati sono pieni di arance e di olio importati. Ero, qualche mese fa, in Calabria, sulla Sila, in una bellissima azienda agricola che produce patate e ha tante vacche. Ma non le mungono perché non trovano personale capace. Eppure i calabresi fanno caciocavalli da secoli, anzi millenni. A dire il vero c’era un’altra aziendina, poco lontana, che le vacche le munge eccome: è di un giovane albanese. Abito in Piemonte, in mezzo alla vigne, tanti miei amici fanno vino ma praticamente tutti i loro collaboratori sono rumeni, tra cui molti laureati. Per forza, dicono i soliti “parla parla a vanvera”, li pagano pochissimo! Manco per sogno, quelli che lo meritano guadagnano di più di tanti impiegati di Milano, soprattutto ora che sono tutti regolari. Sono rumeni perché non si trova nessun italiano disposto a lavorare in campagna. E potrei scrivere le stesse cose girando tutta Italia, forse l’unica eccezione è l’Alto Adige. E siamo la capitale mondiale della biodiversità e del buon mangiare. “La terra è bassa – dicono i soliti “parla parla a vanvera” – zappare è fatica…” Da un bel pezzo esistono le motozappe e i lavori più faticosi si fanno a macchina, poi il nostro fisico si affatica di più potando un melo o stando sul sedile di un’auto per ore o con la schiena piegata davanti a un video? Un recupero della campagna sfruttando anche ciò che si impara studiando – ovvero con la cultura per valorizzare il prodotto e imporlo sul mercato mondiale per la sua superiorità – è l’unico futuro possibile per i nostri giovani. Il rifiuto del lavoro in agricoltura è pigrizia mentale e ignoranza su come effettivamente è: i giovani che hanno provato e stanno provando, per fortuna in aumento, non ci rinuncerebbero più per nessun motivo. Sveglia, ragazzi! E’ in campagna il vostro posto, una campagna dalle infinite possibilità anche per chi è creativo o tecnologico: facendo i contadini, creatività e tecnologia non vengono umiliate ma sono un formidabile vantaggio per imporsi.