Lo sciroppo di rose dall’Oriente a Borzonasca: la storia infinita delle rose

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di Fabio Nieddu e Giulia Siffu

Sulla via di Damasco c’era anche lo sciroppo di rose e i viaggiatori venivano folgorati dopo averlo sorseggiato. A quei tempi la rosa dello sciroppo aveva il nome di “rosa degli speziali” per le sue virtù medicinali ottenute mescolando petali, falsi frutti (cinorrodi) e foglie.

Sull’antica via del Sale invece c’è il Centroanidra, nella cornice Parco dell’Aveto, presso Borzonasca (Liguria), dove l’azienda agricola biologica Anidagri continua una lunga tradizione producendo autenticamente lo sciroppo di rose. La Liguria infatti è una regione italiana in cui la rosa non è di certo passata inosservata: nelle valli del Genovesato, del Tiglio, ma in particolare la Valle Scrivia, le rose da sciroppo caratterizzano il paesaggio e l’economia tradizionale.

La rosa è un fiore millenario che intreccia la storia e la cultura dei popoli: tutti ne parlano in maniera appassionata e struggente. A questo proposito non sarà casuale ritrovare la rosa quale simbolo e musa ispiratrice di poeti, scrittori e pittori. Plinio il Vecchio, vantandone il profumo, ci racconta di una famosa Rosa di Mileto che, molti secoli dopo, il botanico svedese Carlo Linneo chiamerà Rosa gallica. Questa tipologia di rosa rappresenta la più antica specie europea e verrà coltivata negli orti dei conventi durante il Medioevo, specialmente in Francia.

Ancora oggi è nota col nome di Rosa gallica officinalis e si tratta della varietà utilizzata per la preparazione dello sciroppo.

Ecco gli ingredienti della ricetta di Anidagri

• 300/500 grammi di petali di Rosa gallica officinalis

• 1/1,5 lt di acqua bollente

• 1-2 kg di zucchero di canna

• limoni bio da 1 a 4

Modalità di preparazione:

• macerare i petali in acqua bollente per una notte / 24 ore

• spremere i petali e filtrare il macerato

• cuocere a fuoco basso per 20/30 minuti il succo ottenuto

• spremere i limoni e aggiungere lo zucchero poco per volta

• imbottigliare e conservare in luogo fresco lontano dalla luce

Una volta ottenuto lo sciroppo vi avrete assicurato anche un ottimo strumento di longevità, per via delle sue proprietà astringenti, antisettiche, antinfiammatorie e lenitive. Non solo, grazie alla sua versatilità, lo sciroppo si può usare:

• come bevanda dissetante, diluito in acqua naturale o frizzante e qualche goccia di limone

• come aperitivo, una parte di sciroppo si lascia sul fondo di un bicchiere di spumante senza mescolare, si aggiunge qualche foglia di menta o melissa fresca ed ecco “Roseline”

• in pasticceria, nella preparazione di dolci, per guarnire gelati e yogurt

• come dolcificante, nelle bevande calde, tisane, decotti e nel caffè

Sulla via delle Cinque Terre qualcuno ha scelto di utilizzare lo sciroppo di rose Anidagri nei suoi prodotti: stiamo parlando della Gelateria Marconi di Chiavari e della sua speciale granita “Fiori di Maggio” vincitrice di un prestigioso premio, definibile il campionato del mondo della granita. Difatti nel mese di giugno 2017 i fratelli Marconi hanno partecipato, vincendo, al sesto appuntamento della “Nivarata” – Festival Internazionale della granita siciliana, presentando una granita preparata con pesche, vaniglia e con lo sciroppo di rose. E ora che lo sciroppo fa parte di un team di ingredienti campioni del mondo, la sua lunga storia non è che un’ennesima conferma del suo valore. È proprio il caso di dirlo: Rosa magistra vitae.

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