L’Accademia delle 5T a Wine2Wine a Verona

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Durante l’inaugurazione del Vinitaly 2018, il presidente di Verona Fiere Maurizio Danese ha detto: “Il risultato è un modello originale di fiera basato su tre dimensioni: internazionalizzazione, formazione, innovazione. Elementi determinanti per assecondare il trend di crescita del vino italiano sui mercati internazionali“. Il risultato di cosa? Di un evento, Vinitaly, che non si limita all’ormai storica fiera di primavera, ma gira il mondo con workshop, incontri, convegni, concorsi (pensiamo al Sol d’oro, perché l’attenzione non è posta solo sul vino ma anche sull’olio), eventi vari, soprattutto una costante informazione.

In quest’ottica si pone Wine2wine (http://www.wine2wine.net), forum internazionale sul vino, che si svolge il 26 e 27 novembre al centro congressi di Verona Fiere. Gli speaker, che avranno a disposizione 30 minuti per la loro relazione più altri 15 per il dibattito, verranno da tutto il mondo e rappresentano varie esperienze, dai vignaioli di successo a scienziati del calibro di Attilio Scienza. Gli argomenti sono alquanto stimolanti: enoturismo, marketing nei paesi emergenti, strategie di comunicazione, il ruolo femminile nel mondo del vino… I relatori rappresentano varie esperienze, dai vignaioli di successo a scienziati del calibro di Attilio Scienza.

L’Accademia delle 5T sarà presente con un tema alquanto attuale e, per certi versi, drammatico: la biodiversità microbica per la salute del territorio e della vigna e per la qualità del vino.I relatori saranno Guido Stecchi e Walter Massa.

Donatella Cinelli Colombini, socia da sempre dell’Accademia delle 5T, a wine2wine 2017.

Nell’immaginario collettivo la biodiversità è identificata con la scimmietta del Borneo o qualche farfalla, la biodiversità agricola con frutti o razze antichi. Poco spazio è dato ai microrganismi che, invece, rappresentano insieme al tempo i veri artigiani e cuochi del buon cibo. I lieviti dell’ambiente e i microrganismi che popolano il terreno sono importanti quanto il vitigno e gli altri fattori pedoclimatici per la diversità e riconoscibilità del vino ma anche per la sopravvivenza del Pianeta: la ricerca ha infatti evidenziato seri danni alla biodiversità globale per l’abuso di lievito di birra nella panificazione, di lieviti e batteri selezionati industrialmente (non sui territori coinvolti) nella vinificazione, in norcineria, in caseificazione. La stessa ricerca è invece in grado, ove indispensabile usare microrganismi selezionati, di produrre i diversi ceppi territoriali.

Walter Massa, con l’inerbimento e la rinuncia ad antiparassitari e concimi sintetici a favore di rame, zolfo e letame, tutela la biodiversità di tutti gli esseri viventi che popolano il terreno e sono diversi da vigna a vigna. Non utilizzando lieviti selezionati chissà dove ma solo quelli già presenti nell’ambiente per il vino rosso e quelli selezionati nelle sue stesse vigne per il Timorasso, Walter Massa ottiene una flora fermentativa sufficiente per trasportare nel bicchiere la perfetta interazione Barbera (o Timorasso) – territorio tortonese – annata. Tutto ciò è possibile perché oggi abbiamo conoscenze superiori al passato che aiutano a fare vini “secondo natura”, cosa ben diversa da “vini naturali”, espressione il cui significato è oscuro.

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